La corsa alla limitazione dei danni è convulsa e ansiogena. Ecco cosa devono fare le imprese per proteggersi e smettere di telefonare i propri Commercialisti
E' doveroso fare una premessa, considerando che l’impatto derivante dalla pandemia, attivi i più grossi istituti nella realizzazione di possibili scenari, di seguito evidenziamo quanto sostenuto dal gruppo McKinsey , una delle più grosse multinazionali di consulenza strategica, che effettua proiezioni su scala mondiale.
McKinsey ha elaborato tre possibili scenari che impattano in maniera più o meno grave sull'economia globale, e forniscono spunti di riflessione su come affrontare l’incertezza.
Nel primo scenario, la diffusione del coronavirus all'interno dei paesi chiave determina una riduzione del PIL globale 2020 compresa tra 0,3% e 0,7%.
La Cina, nel frattempo, continua il suo percorso verso la ripresa, raggiungendo un riavvio economico quasi completo entro la metà del secondo trimestre.
Nel resto dei territori, la ripresa dell’economia dipenderà dall'andamento del contagio, sarà cioè più rapida quanto più contenuta sarà la diffusione del virus, tenendo conto anche del possibile aiuto che in tal senso potrebbe arrivare dall'aumento delle temperature nell'emisfero settentrionale, con la primavera.
Nel secondo scenario, le regioni che al momento non hanno ancora visto una rapida crescita dei casi (come il continente americano) possono beneficiare di una maggiore consapevolezza sull'efficacia delle misure sperimentate da altri paesi, e avere più tempo per prepararsi.
Tuttavia, i complessi con sistemi sanitari meno robusti (come appunto gli Stati Uniti) avranno maggiori difficoltà a rallentare il contagio: una situazione che secondo McKinsey porterebbe ad un rallentamento dell’economia globale compreso tra 1,8% e 2,2%.
Ovviamente la crisi non colpirà tutti i settori allo stesso modo: se per il turismo, i trasporti e la ristorazione l’attività persa in questi mesi non sarà recuperabile, per altri, ad esempio per i beni di consumo, si verificherà un ritardo nella domanda, ma il giro d’affari potrà essere in gran parte recuperato una volta che la situazione tornerà alla normalità.
Il terzo scenario più pessimistico vede un dilagare rapido e poco controllato dei contagi durante tutto il 2020 anche in Nord America, Sud America e Africa, tenendo conto dell’eventualità che possa trattarsi di un virus non stagionale.
Questo determinerebbe una recessione economica globale, i cui effetti non sono ancora calcolabili.
Indipendentemente dallo scenario, le aziende devono far fronte, oltre che alla diminuzione della domanda, anche alle problematiche della supply chain, alla gestione dello stress e alla tutela della liquidità.
Attualmente, molte imprese che hanno rapporti stabili e di lunga durata con fornitori cinesi sono piuttosto fiduciose di un rapido riavvio dell’economia del paese, e si stanno pertanto concentrando sul trovare misure temporanee di stabilizzazione piuttosto che sull'individuare nuovi fornitori.
In ogni caso, Covid-19 sta spingendo le aziende ad apportare modifiche strategiche a più lungo termine, sta rimodulando il modo di pensare, analizzare e gestire i rischi e i piani di business. Ed è proprio questa la grande opportunità per le nostre piccole e medie imprese.
Questo è il potenziale quadro di riferimento che comunque è in continua mutazione. Di fatto non abbiamo modo di poter prevedere con una certa scientificità, il rientro dell’emergenza. Questo perché sotto il profilo sanitario ci sono ancora questioni irrisolte da parte della comunità scientifica. Temi come il vaccino, possibili ricontagi o altri elementi riconducibili all'eliminazione del virus, sono ancora in divenire.
Per questo riteniamo che oltre a preservare la salute pubblica con tutti i mezzi possibili, vanno tutelate anche le aziende con azioni pratiche e lungimiranti. Azioni volte alla creazione di un modello di riferimento anche per il futuro.
Il nostro kit di pronto soccorso per le imprese
Di seguito le azioni che possono essere utili per qualsiasi organizzazione, le cui priorità andrebbero comunque definite con l’ausilio di consulenti esperti in analisi e gestione del rischio e non col vostro commercialista o avvocato di fiducia, le cui competenze sono rivolte ad altri aspetti della gestione d’impresa.
1. Cambiare Mindset:
Prepararsi alle crisi: l’errore di molte aziende, è quello di effettuare il cosiddetto Risk Appetite o Stress Test non prevedendo le interruzioni, non simularle e non analizzare come affrontarle, finché non si concretizzano. Non è possibile affrontare una crisi senza un piano di “crisis management”. Pianificare i protocolli da mettere in atto a seconda delle situazioni, assegnare prima ruoli e responsabilità, garantire che le funzioni siano chiare.
Fondamentali quindi per le imprese, sarà spostare il focus dal problema alle soluzioni sulla base di analisi certificate e cambiare mentalità.
Proteggere i dipendenti: la situazione attuale è destabilizzante e critica per ogni lavoratore. Al di là dei provvedimenti pratici, per permettere – ove possibile – di lavorare in remoto, attivare disposizioni come ferie, Cassa Integrazione e licenziamenti concordati con l’attivazione di ammortizzatori sociali, le aziende devono promuovere un dialogo continuo e un confronto costante con i propri dipendenti, ascoltando le loro necessità e dando strumenti di supporto.
Condividere vision e valori che vi hanno legato fino a questo momento, ammesso che ci sia. Questo perchè se il vostro legame continua a fondarsi su un semplicistico interesse di natura economica, sarà sempre più difficile garantire sia i livelli di produttività che la profondità del legame da cui scaturisce una forte fidelizzazione.
Creare un team di risposta COVID-19 interfunzionale. Tale team deve avere un collegamento diretto con i vertici e ruoli chiaramente definiti, che si occupino di mansioni al di fuori dell’ordinario come:
- monitorare salute, benessere e capacità dei dipendenti di svolgere il proprio ruolo e sviluppare un piano di emergenza;
- monitorare la catena di approvvigionamento, la capacità di risposta e resilienza a lungo termine;
-ideare nuove strategie di marketing e di vendita.
Gli obiettivi dei vari sottogruppi del team dovrebbero essere rivisti e ridefiniti ogni 48 ore e prevedere resoconti almeno settimanali.
Riteniamo che questo sia l’aspetto fondamentale insieme alla protezione dei dipendenti. Anche perché ricordiamo che il nostro approccio parte proprio dalle risorse umane e solo un equilibrio di natura prevalentemente umana all’interno di un organizzazione, può favorire una certa e rapida ripresa.
2. Tutelare la liquidità per resistere alla crisi:
ciò implica che le variabili critiche che influiscono su costi e ricavi vengano trasposte in valori numerici, con l’aiuto di esperti, che verranno utilizzati per modellare i dati finanziari dell’azienda:
- Ipotizzare uno scenario in cui i costi restano inalterati ed i ricavi in forte diminuzione
- Fare un budget previsionale
- Stilare o aggiornare immediatamente i flussi di cassa
- Aggiornare nei bilanci conto economico e stato patrimoniale
così da avere un quadro chiaro della situazione economico/finanziaria per identificare i fattori che potrebbero compromettere significativamente la liquidità.
Le aziende dovrebbero preventivare le azioni necessarie per stabilizzare l’organizzazione, come ad esempio ottimizzare i conti, ridurre i costi, valutare eventuali disinvestimenti, svuotare i magazzini, proporre offerte shock, fusioni e acquisizioni, trattare il più possibile con i creditori in relazione alla sospensione di qualsiasi azione.
Sono sospese tutte le azioni per coloro che non riescono a pagare banche e fisco, ma attenzione, sono sospese, non cancellate. Suggeriamo quindi che Agenzia delle entrate o Equitalia, vanno contattati diluendo il più possibile attraverso rateizzazioni a lungo termine, con le banche anticipiamo di voler azzerare i fidi preferibilmente con 7/8 rate di preammortamento in modo da pagare solo gli interessi fino a settembre/ottobre.
Anche se CRIF ha annunciato la sospensione delle comunicazioni agli istituti di credito? SI. Prevenire è meglio che curare, perché fidatevi che ritorneranno tutti più “assetati” di prima.
“Ma non è giusto”, dibatterete voi. Si siamo d’accordo con voi, non è giusto, ma è così. Quindi prima di organizzare una nuova rivolta popolare su come uscire dall'Europa, quando le uniche volte che lo facciamo è per il nostro viaggio di nozze, o per visitare il resto del nostro bellissimo pianeta.
La liquidità sarà il primo antidoto per il funzionamento ai minimi regimi della vostra impresa.
3. Stabilizzare la supply chain:
le aziende devono in primo luogo delineare con chiarezza l’estensione e le esposizioni della propria catena di fornitura, con particolare riguardo alle aree più colpite dal virus.
Nell'immediato vanno considerate azioni come la razionalizzazione delle scorte, la prenotazione delle capacità di trasporto, l’utilizzo degli stock per resistere fino al riavvio delle attività. Non deve al contempo essere trascurata la pianificazione del “dopo”, prevedendo eventuali picchi nella domanda.
L’attuale situazione può anche rappresentare il momento giusto per ottimizzare la propria rete, qualificare i fornitori ed eventualmente cercarne di nuovi, per razionalizzare la propria supply chain sulla base di un approccio risk based.
Vicinanza ai clienti: le aziende che gestiscono meglio le interruzioni solitamente sono quelle che investono nell'analisi della clientela e ne anticipano i comportamenti. In Cina, ad esempio, la domanda più che essere diminuita è cambiata: i consumatori si sono spostati in massa verso l’online, scegliendo l' e-commerce per tutti i tipi di prodotti, compresi gli alimentari.
E’ molto probabile che una buona percentuale dei clienti non tornerà, neanche a situazione normalizzata, alle modalità tradizionali, ed è quindi importante che le aziende riflettano sui propri investimenti digitali. Per cui rendersi conto preventivamente delle nuove e possibili abitudini dei vecchi e soprattutto dei nuovi clienti, è un passaggio fondamentale per comprenderne meglio le nuove esigenze.
Rinnoviamo, non pagate nulla che non sia un fornitore con cui condividete il problema dell’emergenza e soprattutto cercate di farlo nell'interesse reciproco nella maniera più equilibrata possibile. Dobbiamo essere solidali tra noi e fare tutto ciò che riesce molto difficilmente ai piani alti della società.
Ribadiamo con forza ancora una volta tutte le opportunità latenti di questa crisi, e ancora suggeriamo di tenere conto di queste semplici e pratiche azioni da adottare, sforzandoci di guardare in maniera ottimistica al futuro che ci attende, perché nulla sarà mai più come prima.
Sta a te scegliere. Vuoi rimanere ancorato ad un tessuto sociale che degenera? O cogliere l'opportunità di cambiare? Fallo insieme a noi, prenota qui la tua consulenza gratuita.
Ad majora.
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