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IL CIGNO NERO: COME PREPARARSI ALLA CATASTROFE

Aggiornamento: 26 mag 2021


Sapete come viene definito quell'evento la cui probabilità che accada è prossima allo zero, ma l’impatto che genera è tendente a infinito?

Secondo Nassim Nicholas Taleb autorevole filosofo, saggista e matematico libanese ed esperto di matematica finanziaria, questo evento è denominato Cigno Nero.


Qualche esempio? Semplice, il Coronavirus.


Avreste mai immaginato che un virus , proveniente dalla “lontana” Cina, potesse generare un panico diffuso, tale da paralizzare un paese intero?


Ebbene è accaduto e gli effetti di questa psicosi collettiva potrebbero essere devastanti sulle piccole e medie imprese.


Il punto è che se tutte le aziende si fossero dotate di un sistema di prevenzione interno, tale da calibrare la propria gestione, anche in funzione dell’evento più drammatico avrebbero potuto senz'altro attutire il colpo!


E’ molto diffusa la pratica di affidare a percezioni probabilistiche del tutto personali, l’analisi dei rischi connesse alle attività d’impresa e tendiamo a valutare la probabilità di un evento prossima allo zero, fin quando poi non accade concretamente.


Cosa fare dunque? Cambiare approccio e mentalità

Per le Aziende è già tempo di verificare l’adozione degli idonei assetti organizzativi adeguati alle esigenze del Nuovo Codice della Crisi d’Impresa, obbligo sancito espressamente dal D.Lgs. 14/2019.


Il Codice ha così introdotto un approccio preventivo alla Crisi d’impresa, indirizzando le aziende ad adottare procedure organizzative, amministrative e contabili in grado di rilevare indicatori di allerta, ovvero squilibri economici e finanziari che possano mettere in pericolo la continuità aziendale.


Ebbene il nostro metodo che parte dall'analisi del capitale intangibile, tocca anche tutte quelle aree oggetto dell’attenzione del decreto, ovvero tutti i parametri economico finanziari prodotti dalle aziende ed elabora le relative soluzioni.


Un concetto cruciale in questo scenario è chiedersi e definire:

Quanti giorni di fermo posso tollerare?

Quanti costi posso tagliare?

Quanti ricavi posso perdere?

In gergo si tratta del risk appetite o stress test finanziario

Monitorando tutti e tre questi parametri , si riesce a stabilire quanto tempo occorre per traghettare l’azienda oltre la crisi e ripartire più strutturati di prima.


Il tessuto economico italiano è costituito al 95% da PMI, che sono la linfa vitale della nostra società. Sanno sopravvivere in un contesto organizzativo e fiscale che di certo non le favorisce.


Ma le piccole e medie imprese hanno contratto, tanto tempo fa, un virus estremamente contagioso e che non lascia scampo: la percezione.


Se due mesi fa un consulente fosse entrato nei vostri uffici dicendo: “Hey, proviamo a simulare uno scenario di emergenza che prevede che la tua azienda venga bloccata per un periodo indefinito”, cosa avreste fatto? Nella migliore delle ipotesi lo avreste gentilmente accompagnato alla porta, giusto?


Sapevate che i portelloni degli aerei di linea sono stati obbligatoriamente blindati dopo l’11 settembre? E che prima di quella data le compagnie aeree si erano rifiutate di prendere in considerazione quell'investimento nonostante ripetuti inviti da parte dei risk manager?


In conclusione, ora è il momento di agire, ricostruiamo le nostre aziende più forti e resilienti di prima, perché l’uragano è arrivato, e tutti abbiamo spontaneamente spostato la nostra attenzione dalla probabilità all'impatto.


Prepariamoci sempre alla catastrofe, così da attutire, gestire e risolvere qualsivoglia genere di calamità, che sia virale o meno, poco importa, perché prevenire è meglio che curare. Per cui prenota qui la tua consulenza gratuita. Ad evitare la catastrofe, ci pensiamo noi.



Ad majora!




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